La Toscana, come l’Italia in generale è ricca di tradizioni e cultura. Non solo i nostri celebri monumenti e le bellezze architettoniche, ma anche la nostra cultura enogastronomica è un fiore all’occhiello del nostro Belpaese.
Le radici affondano nella cultura contadina, in un passato non troppo lontano, in cui la qualità della materia prima era un dato di fatto. Un’epoca in cui il cibo ero povero e genuino e c’era la voglia di condividerlo con la famiglia e con gli amici. Il cibo è memoria, ricordi di mani sapienti che creavano piatti succulenti per la gioia di figli e nipoti. Gli ingredienti erano semplici, l’artificio non era nemmeno contemplato e la bontà del piatto era raggiunta tramite il connubio tra la qualità della materia prima e la sapienza della mano che lo creava.
E’ questa la filosofia che condividiamo e che vogliamo trasmettere, con passione e convinzione, a tutte le persone che scelgono noi per un pranzo od una cena.
E’ per questo che siamo membri anche dell’ Associazione Buon Ricordo, nata proprio dall’esigenza di comunicare la voglia di legare il cibo e il pasto ad un’esperienza totalizzante, dei sensi e della memoria.
Nelle nostra zona una vera e propria specialità tradizionale era il piccione, che veniva cacciato o allevato. Per noi è stato meraviglioso reinterpratare e personalizzare questa ricetta, così cara ai nostri ricordi, e vogliamo condividerla anche qui, per la gioia dei gourmet che vogliano cimentarsi con questa delizia.
E’ veramente squisita con il suo ripieno di salsiccia al finocchio e abbinata ad un buon Sangiovese di Toscana I.G.T.!
E se avete altre curiosità, ecco il nostro menù.
Per il ripieno:
Preparate un soffritto con cipolla, carota e sedano; aggiungete un cucchiaino di trito d’erbe aromatiche e aglio, quindi la melanzana tagliata a dadi e la salsiccia sgranata; lasciate su fuoco dolce fino a cottura completa, aggiungendo infine il cavolo nero, che avrete nel frattempo sbollentato e raffreddato in acqua ghiacciata perché mantenga il suo colore. Mantenete sul fuoco per alcuni minuti e lasciate raffreddare, poi passate il tutto al tritacarne, amalgamando l’impasto con quanto basta di pangrattato e formaggio grattugiato perché il ripieno abbia giusta consistenza. Riempite i piccioni senza lesinare ripieno e disponeteli in una teglia; salate e bagnate d’olio, lasciando riposare per almeno un’ora; passate in forno a 180 gradi per circa 40 minuti, bagnando a metà cottura con vino bianco.
Nel frattempo sbollentate le patate e finite di cuocerle in forno con le due salsicce divise a metà. Aggiungete un po’ di rosmarino e uno spicchio d’aglio. Lavate bene le foglie di bietola e appassitele in padella con olio e uno spicchio d’aglio. Versate in una pentolina il liquido di cottura dei piccioni, aggiungete una noce di burro e amalgamate bene a caldo. Tagliate a metà i piccioni e disponeteli sui piatti, sistemando tutt’intorno la patata, la mezza salsiccia e qualche foglie di bietola; versare sul piccione la salsa bruna e guarnire con un rametto di rosmarino.
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